Black Metal - Genesi

Origini storico/filosofiche

 

NORDICA CULTURA BLACK: ....LA NUOVA.. ETA..’ DEL FERRO..


Il Black Metal e la cultura specificamente Black, aggiungerei io, sono state paragonate poeticamente ad: “…un nero e raro diamante che troppi hanno voluto tenere in mano rendendo opaco il suo immenso antico splendore…”. Antico già! nessuno lo direbbe! eppure la sua cultura, la sua musica, i suoi costumi, agli occhi di un intenditore del genere o a quelli di uno storico-archeologo interessato al black, come chi vi scrive, appaiono come costanti richiami ad epoche antiche, a tradizioni afferenti ai costumi di popoli nordici che gettano le loro radici,nell’Età del Bronzo, nell’Età del Ferro. Per essere chiari in questo articolo vorrei interessarvi ad una ricerca delle radici storico/archeologiche della cultura Black, partendo da epoche remote come il XVII sec. a.C., circa 3600anni fa. L'età del bronzo scandinava,o età del bronzo nordica secondo la denominazione data da Oscar Montelius, indica il periodo dell'età del bronzo in Scandinavia e Danimarca,tra il XVIII secolo a.C. e il VI secolo a.C. (1800-..500 a...C. circa), nel quale si sviluppò una cultura estesa ad est fino all'Estonia e successiva alla cultura della ceramica cordata. Generalmente è ritenuta la diretta antecedente delle culture protogermaniche dell'età del ferro.Un periodo, questo, in cui il Nord Europa vedeva nascere popolazioni fiere e bellicose, popoli cazzuti per intendercirci come i Germani, i Celti, i Vikinghi. Contrariamente a quanto si crede, le radici della cultura Black non sono miseramente radicate nel Medioevo ma arrivano a lambire le remotissime epoche suddette, dalle quali partiremo per arrivare per gradi ai secoli più vicini a noi. Tutti sanno quanto sia grande, infatti, per i cultori e i sostenitori del genere l’avversione contro il Cristianesimo che proprio in periodo tardo antico/medievale portò alla obliterazione nonchè alla condanna esplicita di quella cultura millenaria, di quelle credenze pagane, di quei riti che, dalla Chiesa, furono ritenute manifestazioni sataniche e, dunque, da gettare ai porci. Molti gruppi Viking metal e gruppi d’ispirazione “pagana”, apprendiamo grazie alle notizie riportateci dall'ideatore di questo spazio, Nephelim, da questi accadimenti presero spunto sia per fondare un movimento culturale di protesta, il Black appunto, sia per far risorgere, narrandole e veicolandole attraverso la musica, le tradizioni etnico/antropologiche e mistico/religiose dei popoli del nord, delle popolazioni scandinave, germaniche, celtiche, di cui andremo a parlare. I Germani erano una popolazione indoeuropea che,muovendo dalla loro patria originaria (Scandinavia meridionale, Jutland,odierna Germania settentrionale), nei primi secoli del I millennio si erano espansi fino a occupare un'ampia area dell'Europa centro-settentrionale, dalla Scandinavia all'alto corso del Danubio e dal Reno alla Vistola. Da qui, apartire soprattutto dal III secolo d.C., numerose tribù germaniche migrarono in molteplici ondate verso ogni direzione, toccando gran parte del continente europeo e arrivando fino in Nordafrica e in Nordamerica. Al momento del loro insediamento in quella che sarebbe divenuta la patria originaria dei Germani, gli elementi indoeuropei trovarono già sviluppata una civiltà agricola, autrice dei megaliti propri dell'Età della Pietra nordica. Non si conoscono i caratteri etnici propri di questi popoli, ma è possibile che fossero affini a quelli delle (relativamente) vicine gentifinniche. La fusione, più o meno pacifica, di questi elementi pre-indoeuropei con i gruppi indoeuropei provenienti da sud determinò la cristallizzazione dei Germani, che conservarono la lingua indoeuropea dei nuovi venuti. I germani vivevano in piccole comunità o insediamenti sparsi. Le costruzioni erano in legno e assai semplici. Le scoperte archeologiche testimoniano tuttavia l'esistenza nelle zone occupate dai germanidi luoghi fortificati, i burga, da cui i nomi delle città che terminanoin burg (come Würzburg, in Germania) o bury (come Canterbury, in GranBretagna). Presso le tribù germaniche non esisteva la proprietà privata della terra: le terre via via occupate venivano spartite tra i clan, ciascuno dei quali provvedeva a sua volta a suddividere la propria quota tra le famiglie che lo componevano. L'agricoltura del resto era primitiva, e tendeva semplicemente a sfruttare il più possibile, nell'immediato, il terreno strappato alla foresta. All'epoca di GaioGiulio Cesare (58-..53 a...C.) i Germani ad est del Reno erano più alti rispetto ai soldati romani dell'epoca.Vestivano in linea di massima con un gonnellino di pelle animale o pantaloni.Le tribù più evolute producevano anche abiti di lana. E solo i capi potevano indossare una tunica sagomata con le maniche lunghe.Essi, infatti, pur abitando in regioni molto fredde avevano l'abitudine di non portare indumenti, a partepelli, tanto piccole da lasciare scoperte gran parte del loro corpo. Anche la loro tecnica militare si era evoluta notevolmente, soprattutto grazie alle tecniche apprese durante gli anni trascorsi nelle file delle truppe ausiliarie dell'esercito romano. L'arma principale rimaneva l'asta da urto di varia lunghezza. L'uso della spada era invece meno diffuso presso alcune tribù. Adoperavano anche giavellotti da lancio, come i Franchi, simili al pilum romano. L'arco rimase un'arma secondaria per la maggior parte di questi popoli. Altre armi usate in combattimento erano l'ascia, in particolare dai Franchi, e la mazza. L'armamento difensivo si era notevolmente evoluto, accompagnando al tradizionale uno scudo di legno al cui centro era posto un umbone in metallo,un elmo e spesso una corazza di maglie di ferro. E comunque indossavano tutti delle brache (simili ai nostri pantaloni), una tunica, a volte dei mantelli(come nel caso degli Alamanni) oltre a calzari simili a sandali che si legavano fino a sotto le ginocchia, ed erano indossati sopra una sorta di primitivecalze (utilizzate soprattutto durante l'inverno). Restano famose alcune tribù per le caratteristiche della loro cavalleria: i cavalieri combattevano mischiati ai fanti leggeri, e spesso abbandonavano il loro cavallo, abituato ad attenderli, per combattere loro stessi a piedi. Il nucleo dell'esercito rimaneva, però, la fanteria. Suoni di corno ed il famoso barritus o barditus(grido di guerra), stimolavano l'ardore dei combattenti. La carenza di fonti impedisce di conoscere a fondo la mitologia e la religione dei germani: le loro fonti (archeologiche, rune e poemi) sono spesso di difficile interpretazione, mentre le fonti latine e greche sono tarde e scarsamente obiettive per l'implicita difficoltà di capire culture estranee a quelle del loro mondo.Conosciamo gli dei germanici, gli Asie i Vani, grazie soprattutto alle fonti scandinave. Nella loro mitologia si trovano molte affinità con altre culture euro-asiatiche, che testimoniano indirettamente una serie di influenze esterne difficilmente districabili dai contenuti 'originali' della cultura germanica, anche per via della disomogeneità tra le varie tribù. Asi e Vani ricordano gli Asura e i Devaindoiranici, mentre le Norme ricordano le Parche/Moire greco-romane che presiedono il destino umano; Odino-Wotan, in quanto presente al passaggio travita e morte, è assimilabile a Hermes/Mercurio, mentre Thor è simile aAres/Marte. I Vanir (Njordhr o Freyja) sono più ascrivibili al culto dellaTerra/Madre e della fecondità, in quanto dispensatori di ricchezza, pace e fertilità di terra e mare.Tacito scriveva nella Germania (libro IX) che i germani non avevano una casta sacerdotale, né effigi religiose, né santuari, né luoghi sacri, anche se non è del tutto corretto, perché sono state trovate rappresentazioni religiose antropomorfe. Esistevano poi gli sciamani, dotati di particolari poteri che permettevano loro di mediare tra il mondo dei vivi equello degli spiriti, intesi sia come entità divine che demoniache.In ogni caso è innegabile che le popolazioni germaniche adorassero in prevalenza alcuni elementi naturali, soprattutto alberi e boschi. I longobardi, sempre secondo Tacito, alle origini adoravano la dea Nerthus alla quale rendevano omaggio inun bosco sacro su un'isoletta, nel quale la dea scendeva dal cielo su un carro trainato da giovenche durante una cerimonia pubblica, al termine della quale ogni cosa veniva purificata nelle acque di un lago consacrato. Nell'XI secolo anche Adamo da Brema parlò di un bosco sacro nell'area di Uppsala, dove uomini ed animali erano sacrificati tramite l'impiccagione agli alberi. L'albero sacro dopotutto è presente in molte mitologia germaniche, per esempio come Irminsul,colonna del cielo protesa verso il sole quale asse del mondo che mantiene la stabilità del cosmo.Di albero sacro si parla anche nell' Edda, una raccolta poetica in lingua norrena del XIII secolo, dove però si trovano ancora molti elementi del mondo pagano antico: la sospensione a questo frassino sacro faceva parte, secondo il poema, dell'iniziazione di Odino per acquisire il potere di leggere le rune. La similitudine tra albero sacro e Croce di Gesù fu usata dai missionari cristiani tra l'VIII e X secolo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale.Alla fine dei tempi l'ordine cosmico sarebbe stato concluso dalla battaglia epocale del Ragnarök, quando gli Asi sarebbero caduti e tutto il mondo sarebbe stato inghiottito dal lupo Fenrir(un'altra analogia, questa volta con l'Apocalisse di Giovanni, usata dai missionari). La cultura materiale che si sviluppò sulle rive del mar Baltico occidentale e nella Scandinavia meridionale durante la tarda età del bronzo europea (..1700 a...C.-..500 a...C.), nota come età del bronzo nordica, è già considerata la cultura comune ancestrale del popolo germanico Intorno al ..550 a...C. raggiunsero l'area del Reno, imponendosi sulle preesistenti popolazioni celtiche e in parte mescolandosi a esse.Durante questo periodo i Germani furono a lungo in contatto, linguisticamente e culturalmente, con i Celti. Di quest’altra popolazione come anche dei Vikinghi, ne perleremo più avanti, per creare un percorso storico corretto e ricco di particolari sugli usi e costumi dei popoli che furono i progenitori atavici degli attuali sostenitori della corrente Black. Quanto abbiamo detto finora basta senza particolari commenti a esemplificare il bagaglio di riti e credenze che vengono ancora oggi, con una operazione nazionalistica e patriottica, salvaguardate dai gruppi e dai cultori della corrente Black. Cercare un solido punto di contatto tra le culture nordiche antiche e attuali, alla ricerca di quelle che furono le basi, le radici da difendere, che come abbiamo visto, si esprimono, ancora oggi attraverso il Black, nella mistica antica e nei miti dell’olimpo nordico, nelle rune, nei rituali druidici ripresa e celebrata dai testi di vari gruppi del panorama Black scandinavo o tedesco.....

NORDICA CULTURA BLACK: I CELTI....


Nel precedente articolo abbiamo gettato le basi per la ricerca di quelle ancestrali radici etniche, storico-antropologiche, mistico-religiose che dominano il vasto orizzonte della cultura Black e che la stessa corrente difende con spirito nazionalista e patriottico. L’età del Bronzo e del Ferro, aggiungerei io, come Età del Metallo Nuovo e Pesante, l’età in cui secondo l’archeologo che vi scrive, nascono le fondamenta culturali e ideologiche, scevre da ogni mediaticità, del METAL. Nel metallo nuovo gli antichi popoli forgiarono le armi per difendersi e cosi i discendenti nordici attuali, di queste genti, attraverso la cultura Black, si fanno scudo contro le ingereze le intromissioni e le nefande forzature della chiesa Cristiana, soprattutto di ispirazione Cattolica. L’antica Età del Metallo Nuovo come epoca in cui numerosissime associazioni tribali, dalle mille sfumature quali i Cimbri, i Teutoni, i Quadi, i Marcomanni, i Goti, i Gepidi, gli Eruli, i Vandali, i Burgundi, i Visigoti, gli Ostrogoti, i Sassoni, i Celti, i Vikinghi, difendevano la propria autonomia culturale e civile gli uni dagli altri e i loro confini prima dalla espansione militare romana e poi dalla piaga religiosa cristiana. Il Black Metal attuale, dunque, come idea di forza e violenza, di preponderanza e difesa della propria antica cultura tribale nel tronco della quale si innestano le mille attuali sfumature ideologiche dei vari gruppi afferenti a tale corrente, portatori sani di tali antiche ideologie,principi e valori. La cultura BlackMetal, facendosi messaggera di antichissimi valori e tradizioni protostoriche e poi medievali nordiche, si da, dunque, una veste erudita capace di dare un calcio in culo a tutte le manifestazioni mediatiche, pubblicistiche di cui è stata indebitamente ammantata negli ultimi decenni. Mi spiego: le basi su cui si fonda e da cui nasce tutto sono queste, non avevo mai detto prima che sarebbe stato un gioco da ragazzi capirle e accettarle, ma intanto per dichiarare di appartenere ad una cultura, bisogna conoscerla e amarla fino infondo e da cio capiamo che il BLACK E’ UNA CULTURA FORTEMENTE ELITARIA. Del resto elitarie erano le antiche tribù da cui deriva, elitaria è la sua impostazione per natura propria perchè non a tutti è concesso di capire ed eventualmente interessarsi a tali argomenti; per cui concedetemi di dire che se non vi interessa fare parte di questa particolare elites e neanche la storia della cultura che vi siete scelti autonomamente, dopo il catechismo adolescenziale impostovi dai vostri genitori, vi interessa………..bè allora: “ Pijjiativilla allu culu…..e ricojjitiviala casa”. E vorrei anche aggiungere, alla luce di tutto questo che siamo stanchi dei soliti mocciosi darkettoni che si vedono in giro, tutti borchie,tranch e aria depressa pseudo metallara post anni ’90, senza un briciolo di cervello figuriamoci di cultura. L’origine degli abiti in pelle, l’avversione,la rabbia, la violenza, contro il cristianesimo, il satanismo come provocazionee non come idolatria, dunque l’origine del male, trovano radici che dal XVIIsec. a.C. arrivano a toccare il XII sec. d.C., pensate che arco cronologico!!!!!!!!!!!! Sta tutto qui, capite! in questo periodo di tempo! Tuttociò è stato oramai alla luce dei fatti cristallizzato e svuotato della sua purezza e del suo antico e ancestrale valore, in un costume standardizzato dai soliti polveroni mediatici e pubblicistici che girano attorno ai gruppi musicali oggi,allo scopo, unicamente, di spillare soldi ai suddetti bambocci. IL BLACK NON E’ MODA, IL BLACK PRINCIPALMENTE E’ CULTURA!!! Ora passiamo a capire sempre per l’eta’Bronzo/Ferro quali altre MATRICI CULTURALI hanno generato e tenuto a battesimo migliaia di secoli dopo la cultura Black, che ricordiamo si erge a difesa ditutto qesto retaggio.! I Celti sono menzionati dagli storici di lingua greca come Κελτοί (Keltòi) da Ecateo di Mileto e da Erodoto o Κέλται(Kéltai) da Aristotele e Plutarco, da cui deriva il latino Celtae. Probabilmente il termine Celti era un etnonimo proprio di una singola tribù dell'area della colonia greca di Marsiglia, il primo luogo dove i Greci vennero in contatto con il popolo dei Celti; in seguito, tale termine fu applicato per estensione a tutte le genti affini.Sempre presso i Greci, a partire dal III secolo a.C. è attestato il nuovo etnonimo Γαλάται,corrispondente al latino Galli. Di questa denominazione è stata ipotizzata una derivazione dalla radice celtica *gal-('potere', 'forza') o dalla radice indoeuropea *kelH('essere elevato').La società celtica ricalcava le strutture fondamentali di quella indoeuropea,imperniata sulla 'grande famiglia' patriarcale. Tale modello è stato preservato dai Celti anche in età storica; il gruppo famigliare (clan, termine scozzese entrato nell'italiano) includeva non solo la famiglia in senso stretto,ma anche antenati, collaterali, discendenti e parenti acquisiti, comprendendo varie decine di persone. Più clan formavano una tribù (tuath inscozzese), a capo della quale era posto un re (in gallico rix). Alla famiglia - e non all'individuo - spettava anche la proprietà della terra. La struttura sociale, nota principalmente grazie alla testimonianza resa da Cesare sui Galli nei suoi commentari, prevedeva una notevole articolazione in classi.L'aristocrazia guerriera assolveva i compiti di difesa e di offesa ed eleggeva,secondo uno schema consueto tra gli Indoeuropei, un re dalle funzioni principalmente militari mentre prerogativa del popolo libero erano le attività economiche, imperniate sull'agricoltura e l'allevamento; si ha notizia poi dell'esistenza di schiavi. Infine vi erano i druidi, sacerdoti, magistrati e maghi, depositari delle tradizioni comunitarie, del sapere collettivo e dell'identità intertribale nella quale tutti i Celti si riconoscevano. Tale identità non si limitava ai singoli sotto gruppi della grande famiglia celtica,ma l'abbracciava nella sua totalità; Cesare, infatti, attesta più volte i vincoli che i Galli celtici erano consapevoli di avere, non solo tra di loro,ma anche con i vicini Elvezi, Belgi, Lepontici e Britanni.La società celtica (o almeno quella gallica) si presentava quindi come nettamente articolata in tre 'funzioni': quella sacrale e giuridica,quella guerriera e quella produttiva. Tale struttura ispirò, accanto ad altri elementi provenienti soprattutto dalle mitologie romana, persiana evedica, la teoria della tripartizione dell'intero immaginario indoeuropeo,formulata da Georges Dumézil. Secondo tale schema, la divisione in tre funzioni era rigida, discendeva direttamente dal sistema originario degli Indoeuropei e coinvolgeva tanto la sfera sociale delle tre classi, quanto quella ideale e religiosa. La teoria, sostenuta soprattutto in area francese, è stata tuttavia recentemente ridimensionata e considerata il frutto dell'idealizzazione di un insieme di fattori peculiari e specifici di alcuni gruppi indoeuropei. I druidi svolgevano, genericamente,le funzioni sacerdotali. Essi tuttavia non si limitavano a essere il collegamento tra gli uomini e gli dei, ma erano anche responsabili del calendario e guardiani del 'sacro ordine naturale', oltre che filosofi, scienzati, astronomi, maestri, giudici e consiglieri del re.Un'iscrizione gallica rinvenuta in Gallia meridionale (il Piombodi Larzac) conferma l'esistenza anche di donne insignite delruolo di druide.Cesare riferisce il carattere elitario della sapienza all'interno della società celtica, che proibiva l'uso della scrittura per la registrazione dei precetti religiosi. L'educazione di un druido durava circa vent'anni e comprendeva insegnamenti di astronomia(disciplina della quale possedevano una padronanza tale da stupireCesare), scienze, nozioni sulla natura; il lungo percorso educativo era dedicato in buona parte all'acquisizione mnemonica delle loro conoscenze. Queste conoscenze erano poi applicate all'elaborazione di un proprio calendario: i lpiù antico calendario celtico che si conosca è quello di Coligny, databile al Isecolo a.C. Esso era molto più elaborato e sofisticato di quello giuliano, e prevedeva un complesso sistema di sincronizzazione della fasi lunari con l'anno solare.La donna godeva di uguali diritti all'interno della società dei Celti. Poteva ereditare come gli uominied essere eletta a qualsiasi carica, comprese quelle di druido o di comandante in capo degli eserciti; quest'ultima possibilità è attestata dalle figure di Cartimandua della tribù dei Briganti o di Boudicca degli Iceni al tempo dell'imperatore romano Claudio L'armaturadei Celti comprendeva scudi in legno con rifiniture in bronzo e ferro decorati in vario modo. Su alcuni di questi si trovavano animali in bronzo scolpiti, con funzioni sia decorative sia di difesa. Sulla testa portavano elmi di bronzo con grandi figure sporgenti come corna, parti anteriori di uccelli o quadrupedi, che facevano apparire giganteschi coloro che li indossavano. Le loro trombe di guerra producevano un suono assordante e terrificante per il nemico. Alcuni indossavano sul petto piastre di ferro, mentre altri combattevano nudi. Non utilizzavano soltanto spade corte simili ai gladi romani, ma anche lunghe, ancorate a catene di ferroo bronzo, che pendevano lungo il loro fianco destro, oltre a lance dalle punte di ferro della lunghezza di un cubito e di poco meno di due palmi di larghezza,ed i loro dardi avevano punte più lunghe delle spade degli altri popoli.Di loro si racconta, inoltre, che preferivano risolvere le battaglie con duelli tra i capi o tra i più abili guerrieri di ognuno degli schieramenti opposti,piuttosto che scontrarsi in battaglia. Essi avevano anche l'abitudine di appendere le teste dei nemici uccisi al collo del proprio cavallo, e, in alcuni casi, di imbalsamarle, quando il vinto era un importante guerriero avversario;consideravano infatti la testa, e non il cuore, la sede dell'anima.La vocazione guerriera di questo popolo, unitamente alla prospettiva di ottenere un soldo regolare o bottini occasionali, sfociò infine in un'attività praticata da moltesue tribù: diventare soldati mercenari. Il primo indizio di una simile sceltarisale al 480 a.C., quando sembra che alcuni soldati celti abbiano partecipato,a fianco dei Cartaginesi, alla battaglia di Imera. Altre partecipazioni di mercenari celtici sono ricordate durante la spedizione siracusana in Grecia del369-368 a.C.; nel 307 a.C., quando tremila armati galli si unirono ad Agatocledi Siracusa, insieme a Sanniti ed Etruschi, per condurre una campagna in Africa settentrionale; nelle lotte che seguirono tra gli eredi di Alessandro Magno (i Diadochi). Tale pratica generò non solo un mercato in espansione per parecchie decine di migliaia di militari coraggiosi, esperti e meno cari dei Greci, ma permise anche, al ritorno dei soldati da guerre combattute un po' ovunque nel bacino mediterraneo, di introdurre la monetazione all'interno delle comunità celtiche. Si sostiene che queste popolazioni non invadevano territori già occupati per conquistarli, ma soprattutto per dimostrare la loro superiorità guerriera alle popolazioni vicine, oltre che per saccheggiarle (Es:Il santuariodi Apollo a Delfi, in Grecia).Dai loro contemporanei Greci e Romani i Celt ierano descritti alti, muscolosi e robusti; gli occhi erano generalmente azzurri, la pelle chiara e i capelli biondi. Dal punto di vista caratteriale,le stessi fonti descrivono i Celti come irascibili, litigiosi, valorosi, leali,grandi bevitori e amanti della musica.La principale testimonianza sulle credenze e sugli usi religiosi dei Celti è ancora una volta quella fornita da Cesare nel De bello gallico, la quale, pur essendo riferita specificamente ai Galli, attesta verosimilmente una situazione in larga parte comune all'intero gruppo celtico all'epoca dei fatti narrati (I secolo a.C.). La fase di apogeo dei popoli celtici, tra il IV e ilIII secolo a.C., sembrava preludere a una forte presenza delle loro lingue e della loro cultura nell'intero continente europeo. Invece, proprio a partire daquell'epoca ebbe inizio il loro declino, sotto la pressione combinata di altri due popoli indoeuropei: i Germani, che premevano da nord e da est, e i Romani,che premevano da sud sul vasto ma poco coeso continuum celtico, come«due macine del mulino che, stringendo in mezzo i Celti, li avrebbe fatti scomparire dal continente impadronendosi della maggior parte dei loro immensi domini» (Francisco Villar).Celtiberi e Galli furono interamente latinizzati nei primi secoli dell'era volgare; l'assimilazione dei vinti interessò sia i lversante linguistico, tanto da portare alla scomparsa delle lingue celtiche continentali,sia quello socio-culturale, con l'estensione della cittadinanza romana el'integrazione nelle strutture politiche imperiali. Identica sorte toccò ai Galati, anche se nel loro caso l'agente assimilatore fu piuttosto di matrice greca.I Pannoni e i Britanni furono invece soltanto parzialmente latinizzati e nelle regioni da loro abitate presero il sopravvento - già a partire dal IIIsecolo - elementi germanici. Se in Pannonia l'assimilazione delle popolazioni pre esistenti fu completa, anche a causa delle successive ondate migratorie slave e magiare, nelle Isole britanniche il processo seguì una strada differente.La latinizzazione delle Isole britanniche era stata solo parziale, e limitata alla pur vasta parte centro-meridionale della Gran Bretagna (odierni Inghilterra eGalles). La lingua e la cultura celtica pertanto sopravvissero al ritiro romano(IV-V secolo d.C.) e poterono così confrontarsi direttamente con le nuove istanze storiche che, in età alto medievale, interessarono Gran Bretagna e Irlanda:l'arrivo di vari popoli germanici e il processo di cristianizzazione che,specie in Irlanda, assunse caratteri specifici e peculiari.La Gran Bretagna subì, fin dal IV secolo, un processo di re-celtizzazione da parte di gruppi provenienti dalla vicina Irlanda, mai entrata nei domini di Roma. A partire dalla missione di san Patrizio in Irlanda (432), l'isola conobbe una fioritura religiosa che, attraverso lo slancio missionario, tutelò l'eredità celtica,anche se integrandola ora con nuovi elementi di matrice cristiana. La fase espansiva dei Celti irlandesi caratterizzò gli ultimi secoli del I millennio einteressò principalmente ..la Scozia.. e l'Isola di Man. Tale attività fu però esclusivamente culturale e religiosa: dal punto di vista politico, infatti, l'Irlanda fu invasa e controllata dai Vichinghi germanici dall'VIII al IX secolo, generando un sincretismo culturale vichingo-gaelico.Nonostante la vivacità culturale, i Celti superstiti delle Isole britanniche furono - salvo rari momenti, come dopo ..la Battaglia..di Carham vinta nel 1018 da re Malcolm II di Scozia - sempre soggetti a nuovi dominatori, tutti di lingua germanica: i Vichinghi prima e gli Anglosassonipoi. L'identità specifica celtica subì un forte processo di arretramento,testimoniata dalla progressiva riduzione dell'area occupata dai parlanti madrelingua delle diverse varietà delle lingue celtiche insulari.Il IImillennio ha registrato una costante regressione dei superstiti elementi celtici, sottoposti a un continuo processo di anglicizzazione sia linguistica,sia politica, sia culturale. Dalla fusione dell'elemento celtico e di quello germanico (vichingo e anglosassone) sono derivate, etnicamente e culturalmente,le moderne popolazioni di Gran Bretagna e Irlanda: non più quindi - e fin dal Medioevo - popolazioni celtiche in senso stretto, ma eredi moderne degli antichi Britanni, variamente ibridati - come ogni altro popolo europeo - con numerosi apporti successivi.I Celti,probabilmente, condividevano una medesima visione religiosa politeista e adoravano divinità legate alla natura, con una peculiare valenza religiosa attribuita alla quercia, e alle virtù guerriere. Cesare riferisce anche della credenza nella trasmigrazione delle anime, che si traduceva in un'attenuazione della paura della morte tale da rafforzare il valore militare gallico. È nota anchel'esistenza, sempre presso i Galli, di sacrifici umani, ai quali accadeva ancheche le vittime si offrissero volontariamente; in alternativa si faceva ricorsoa criminali, ma in caso di necessità si immolavano anche innocenti.Nel pantheongallico, Cesare testimonia il particolare culto attribuito a un dio che egli assimila al romano Mercurio, forse il dio celtico Lúg. Era l'inventore dellaarti, la guida nei viaggi e la divinità dei commerci. Altre figure di rilievotra gli dei gallici erano 'Apollo' (Belanu, il guaritore),'Marte' (Toutatis, il signore della guerra), 'Giove'(Taranis, il signore del tuono) e 'Minerva' (Belisama, l'iniziatrice delle arti)[. Cernunnos nel politeismo celtico è lo spirito divinizzato degli animali maschi cornuti, specialmente dei cervi, un dio della natura associato alla riproduzione e alla fertilità. Come 'DioCornuto', Cernunnos fu una delle numerose divinità simili presenti inmolte culture antiche. Dalle fonti archeologiche si sa che Cernunnos veniva adorato in Gallia, in Italia settentrionale (Gallia Cisalpina) e sulla costa meridionale della Britannia. Quella che probabilmente è la più antica immagine di Cernunnos si trova incisa in Val Camonica in Italia, mentre la piùconosciuta si trova sul famoso calderone di Gundstrup della Danimarcapregermanica e risalente al primo secolo a.C.Nella religione gallo-romana, ilsuo nome è noto dal 'Pilastro dei barcaioli' (Pilier des nautes),un monumento ora situato al Musée Nationale du Moyen Age a Parigi. Fu costruitodai marinai galli all'inizio del primo secolo d.C., dall'iscrizione (CIL XIIInumber 03026) probabilmente nell'anno 14, al momento di inizio del principatodi Tiberio. Fu trovato nel 1710 nelle fondazioni della cattedrale di Notre-Damede Paris sul sito di Lutetia, la civitas capitale della tribù celtica deiParisii. Raffigura Cernunnos e alte divinità celtiche insieme a divinità romanecome Giove, Vulcano, Castore, e Polluce.Il Pilier des nautes fornisce la prima evidenza scritta del nome della divinità. Ulteriori evidenze sono forniteda due placche identiche di metallo da Seinsel-Rëlent nel Lussemburgo, nelterritorio della tribù celtica dei Treveri. Queste iscrizioni (AE 1987, 0772)si leggono Deo Ceruninco, 'al Dio Cerunincos'. Infine,un'iscrizione gallica (RIG 1, number G-224) scritta in lettere greche da Montagnac(Hérault, Languedoc-Roussilion, Francia) si legge αλλετ[ει]υος καρνονουαλ[ι]σο[ντ]εας che ci dà il nome 'Carnonos'. Grazie alCristianesimo questo dio pagano, come tante altre figure e’ stato demonizzatoadducendo a questi popoli l’accusa di essere eretici pagani indamoniati………….ilBLACK nn fa altro che DIFENDERE la propria CULTURA La religione gallica fu oggetto di dura repressione ai tempi della dominazione romana; Augusto proibì i culti druidici ai cittadini romani delle Gallie ein seguito Claudio estese il divieto all'intera popolazione. Da notare allaluce di tutto questo come già anticamente i romani prima di cristianizzarsitentarono di obliterare le culture nordiche Il celtismo o druidismo è unmovimento religioso neopagano ricostruzionistico emerso a partire dagli anni Settanta del XX secolo. I suoi aderenti affermano di riprendere l'antica religione celtica, interpretandola come un sistema religioso panteistico,animistico e politeistico; al paganesimo celtico si ispirano anche correnti della Wicca e del New Age oltre che del Black Metal.........
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.. I VIKINGHI E IL BLACK


Il nostro resoconto critico, dopo aver trattato a livello etnico-storico-antropologico le antichissime origini di cui si ammanta la storia del Black, giunge in questo capitolo alla dissertazione cardine, su quella che probabilmente fu la civiltà che, indirettamente, diede i natali alla Black-kulture. La popolazione vichinga viene identificata negli abitanti della Danimarca, della Norvegia, della Svezia settentrionale. Si trattava di tre popolazioni distinte, identificate in una. Avevano influenze germaniche e celtiche. I vikinghi, dunque, come il popolo che per prima nel nord Europa, divenne il coaugulo perfetto di tutte le esperienze culturali, le tradizioni e le ideologie, delle popolazioni, precedentemente descritte nelle trascorse dissertazioni storiche. Queste popolazioni fecero la loro comparsa attorno al 700 d.C. e furono il risultato di una fusione tra indoeuropei, celti e popoli orientali. Nella Svezia meridionale abitavano i (Goti), di origine germanica-slava. La Finlandia era abitata dai Finni, mentre i paesi baltici dai Balti, di origine slava. A sud della Danimarca è presente la Sassonia, abitata dai Sassoni, la Frisia (Belgio e Olanda), il regno Franco, la regione degli Slavi (Polonia); più a sud si identificano i Bulgari . La prima presenza vichinga registrata nei documenti storici è datata nel 795, quando alcuni soldati vichinghi assalirono il monastero di Lindisfarne, nella Gran Bretagna settentrionale, saccheggiandolo ed uccidendo alcuni monaci. Circa l'etimologia della parola "vichingo" vi sono varie ipotesi, nessuna delle quali ha trovato riscontro. Il termine anglossassone wic e quello franco wik significano mercato e richiamano l'attività prevalente di questo popolo. Vik è anche il nome di una provincia norvegese, mentre con il termine vik si identifica la baia. Spesso compare la parola viking, termine riferito ad un'attività di pirateria. I vari popoli chiamavano i vichinghi in vario modo: per i franchi, erano i normanni; per gli irlandesi erano i lochlannach; per i germani erano gli ascomanni; per gli slavi erano i ruotsi; gli arabi gli avevano dato l'appellativo di madjus. Nella gloriosa tradizione guerriera di questo popolo, derivata dai Celti, dai Germani e da tutte le più crude e cazzute facies che attraversarono l’Età del Bronzo e del Ferro, si riversarono, infatti, i caratteri genetici basilari che, rielaborati nei secoli dai Vikinghi sotto un’unica bandiera, contraddistinguono oggi l’ultimo baluardo a difesa delle fondamenta nazionaliste di questa civiltà, la cultura Black. In un moto di difesa dei propri ideali e di affermazione della propria antichissima cultura, il Black emerge alla stregua del Nazismo, senza fare apologia del regime nazista, anche perché l’archeologo che vi scrive ci tiene a dichiararsi politicamente di sinistra, come l’unico vero portavoce di un passato, al quale troppo spesso, ad opera dei Romani prima e dei Cristiani dopo, è stata imbavagliata la bocca. La Scandinavia e moltissimi altri paesi come questo, hanno subito la colonizzazione culturale e territoriale Romana e la colonizzazione spirituale Cristiana, con la conseguente inibizione delle loro tradizioni sociali e religiose per circa un millennio. Il Nazismo magico della setta di Heinrich Himmler, approvata da Hitler con l’intento di nobilitare la storia del futuro Reich, strumentalizzando chiaramente in modo estremo le tradizioni del megalitismo celtico-druidico, o l’antichissimo simbolismo solare, da cui la famosa svastica, tipica di tutti i popoli dell Età del Bronzo. Himmler in realtà aveva altri intenti, ed era deciso a fare delle SS un'élite razziale, e, come lui stesso ebbe a dire nei suoi diari, esaminava personalmente le fotografie degli aspiranti e scartava quelli "il cui aspetto può apparire stravagante a un occhio tedesco"; ad esempio, a suo dire, zigomi troppo pronunciati rimandavano quasi certamente a sangue mongolo o slavo.Proprio per preservare la purezza della razza ariana, il 28 ottobre 1938 Himmler fece diffondere fra tutti i membri delle SS una nota secondo la quale era un "dovere", per ogni uomo delle SS, procreare almeno quattro figli per preservare il proprio "buon sangue" prima della partenza per il fronte. Proprio in questa prospettiva è da sottolineare l'attuazione del "progetto Lebensborn ("Sorgente della vita"), dove ragazze e donne dall'aspetto nordico ricevevano cure in caso di gravidanza ma anche, nel corso della guerra, "germanizzando" bambini non tedeschi ma che comunque presentavano caratteri nordici (alla fine della guerra saranno più di 80.000 i bambini strappati alle proprie famiglie). In questo caso a differenza della cultura Black, non serve sottolineare a quali terribili follie si arrivò per la salvaguardia dei propri costumi, dei propri ideali, scadendo lentamente verso il concetto deviato di salvaguardia della razza pura. Himmler fu inoltre un fanatico dell'occulto. Nell'estate del 1936 fece celebrare a Quedlinburg il millenario della morte di Enrico I l'Uccellatore, primo re dei tedeschi che aveva respinto le incursioni dei boemi e dei magiari e che aveva posto le basi per la creazione del Sacro Romano Impero, e fu proprio in quell'occasione che illustrò la sua visione della "missione" delle SS:
« Noi dobbiamo onorare la sua memoria e farne in questo sacro luogo, in silenziosa meditazione, il nostro modello. Noi dobbiamo proporci e riproporci di fare nostre le sue virtù umane e di comando, quelle con cui rese felice il nostro popolo un millennio or sono. E dobbiamo infine convincerci che il miglior modo d'onorarlo è di onorare l'uomo che mille anni dopo re Enrico ha ripreso la sua eredità umana e politica con una grandiosità senza precedenti: e quindi di servire il nostro Führer, Adolf Hitler, per il bene della Germania e del germanesimo, con i pensieri, le parole e i fatti, con l'antica fedeltà e nell'antico spirito.”
Inoltre Himmler si dichiarava la reincarnazione dello stesso re normanno Enrico I. La partecipazione giovanile alla Società Thule influenzò Himmler a tal punto che divenne ossessionato dalla cultura pagana germanica: nel 1937 dichiarò, durante un discorso radio, che era :
« molto meglio essere pagani, che cristiani [...] molto meglio adorare le entità tangibilmente presenti nella natura e quelle degli antenati, che non una divinità invisibile e i suoi fasulli rappresentanti in terra [...] poiché un popolo che onora i propri antenati, e cerca di onorare sé stesso, avrebbe sempre dato vita a nuovi figli e perciò avrebbe vissuto in eterno. »
Himmler infatti si considerava come il fondatore di un nuovo Ordine pagano, che sarebbe giunto a diffondersi per tutta l'Europa.La morbosa passione per la storia tedesca, i cui ideali dovevano formare le nuove generazioni, spinsero Himmler a fondare la Ahnenerbe Forschungs und Lehrgermeinschaft ("Associazione per la ricerca e la diffusione dell'eredità ancestrale"), che avrebbe dovuto svolgere ricerche nel campo della storia antica, studiando i fatti da un punto di vista scientifico, in maniera oggettiva e senza falsificazioni. Questa associazione finanziò una serie di scavi alla ricerca di antiche presenze nordiche per tutta l'Europa e una missione tedesca in Tibet. Altro esempio concreto di questa ossessione per il paganesimo è Wewelsburg. Himmler era difatti un sostenitore dell'antica leggenda secondo la quale un castello della Westfalia sarebbe stato l'unico superstite dell'assalto degli slavi dall'Est; per questo nel 1934 il Reichsführer fece perlustrare in lungo e in largo la Germania occidentale, finché non trovò le rovine della fortezza di montagna di Wewelsburg presso Paderborn, dal nome del cavaliere brigante Wevel von Büren, che era stata un centro della resistenza dei Sassoni agli Unni e che era stata ricostruita in forma triangolare nel XVII secolo. Himmler decise allora di trasformare la fortezza nel quartier generale delle SS. Nel 1937, al termine dei lavori di ristrutturazione, Wewelsburg si era trasformato in un vero "sacrario", con decine di statue di Enrico I l'Uccellatore , di Federico di Hohenstaufen e di altri eroi tedeschi; la parte più importante era il "Sacrario dei defunti", una sorta di rifacimento della tavola rotonda di re Artù, che doveva ospitare le spoglie dei 12 più importanti generali delle SS. Il Paganesimo nordico è la religione che prima della cristianizzazione era diffusa in quasi tutto il nord Europa scandinavo, in Germania, in Islanda e in poche zone della Gran Bretagna. La teologia di questa corrente era di tipo politeistico, anche se non mancavano accenni di enoteismo; questo sistema si basava sulla credenza in due categorie di esseri divini, gli Æsir e i Vanir, spiriti dell'ordine cosmico, in opposizione ai Jötnar, le forze del caos. Secondo i pagani nordici tutto ciò che esiste è retto da Yggdrasill, l'albero cosmico, un concetto rintracciabile in molte tradizioni indoeuropee che sta a simboleggiare la forza mistica che lega tutto l'universo, potenza attiva e creatrice della Divinità. L'universo, sempre stando all'interpretazione pagana nordica, è inoltre retto dall'alternarsi continuo di ordine e caos, che continuerà sino alla fine del mondo, il Ragnarök, durante il quale l'equilibrio cosmico andrà perduto ed in seguito ritrovato, dando origine ad un nuovo universo. La religione nordica non possedeva un'organizzazione sacerdotale definita: il sacerdozio era ad appannaggio in particolare di sciamani derivati dalle tradizioni autoctone; questi sacerdoti potevano essere sia uomini che donne e venivano chiamati völva (o raramente sejdmen se erano individui di sesso maschile). Il culto si svolgeva all'aperto o all'interno di templi, di cui uno dei più importanti era il tempio di Uppsala, in Svezia, andato distrutto nel 1087 durante la cristianizzazione forzata. Fu compiuta, dunque, un’operazione molto simile a quello che 30 anni dopo porterà avanti il movimento Black, attraverso l’incendio delle chiese e la riscoperta degli antichi culti pagani, la promozione del proprio ancestrale bagaglio sociale, civile, religioso e culturale. I vichinghi sono detti anche runii o runici, perchè utilizzavano le Rune. Si tratta di testi che richiamano le incisioni usate dagli Germani.
I PILASTRI CULTURALI DEL BLACK: LA RELIGIONE NORDICA E LA MISTICA VIKINGA.
Nell’ambito degli Asen ricordiamo alcune delle seguenti divinità:
· Odino, venerato come Wotan dai germani, signore dell’Asgard. Risiedeva su un trono intagliato ed ai piedi sedevano due lupi, Geri e Freki. Era considerato signore del cielo, don giovanni, duce nelle battaglie con il suo cavallo Sleipnir, dio dei morti, poeta, mago, conoscitore dei misteri. Quest’ultima caratteristica costò un’occhio al dio, perché aveva dato uno sguardo alla fonte della conoscenza. Da quel momento egli verrà sempre rappresentato con un mantello ed un elmo che gli copre un occhio. E’ comunque un personaggio cupo e malinconico, amante della poesia e della musica.
Frigg, moglie di Odino.
Thor, conosciuto come Tur dai normanni, il dio più venerato dai nordici, perchè era vicino alle loro esigenze e non appariva aristocratico come Odino. Uomo possente, con la barba rossa, dimorava in un palazzo di 140 sale, mangiava molto e beveva barili di idromele. Facilmente irritabile, aiutava molto i contadini e tutti i lavoratori, nonché i marinai. Era reso invincibile da una cintura che gli raddoppiava la forza, guanti di ferro ed un martello di ferro, detto Mjolnir. Era molto venerato presso i runii, anche più di Odino: essi si chiamavano i figli di Thor. Ne sono prova i santuari di Uppsala e Trondheim. Ancora oggi nello sport ne sopravvive la leggenda attraverso la disciplina olimpica del lancio del martello.
Tyr, presidente dell’assemblea dell’Asgard. Molto venerato in Danimarca. Veniva invocato nei Thing, durante la stesura dei contratti, nei matrimoni e nei tornei.
Loki, personificava il male. Era conosciuto come "mezzo dio e mezzo diavolo", a cui ci si rivolgeva per avere idee malvagie. Venne adottato nell’Olimpo perché fratello di Odino. Aveva come figli: Hel, dea degli Inferi; il serpente del Midgard, che neanche Thor aveva sconfitto; Sleipnir, lupo di Odino. Senza cuore e senza morale, venne tollerato fino a che uccise il dio buono Baldr. Da questo momento venne incatenato ad una rupe.
Baldr, era l’esatto contrario di Loki. Tutti gli esseri viventi avevano giurato di non fargli male. Rappresentava la bontà e la purezza.
Tra gli Asen ricordiamo:
· Njord, l’anziano della famiglia. Comandava al vento, alla pioggia. Proteggeva gli uomini.
Skadi, moglie di Njord. Era la Diana nordica, amava la caccia tra i boschi e portava gli sci.
Freyr, capo della famiglia. Si interessava di tutti i bisogni dell’uomo ed era amante della magia. Era venerato come dio della fecondità, rivestendo un ruolo fondamentale presso i vichinghi.
Freyja, sorella di Freyr e capo delle Valchirie. Assegnava il posto alla tavola del Valhalla ai dei appena arrivati. Dea dell’amore e della bellezza, si intratteneva con qualche dio guerriero.
L’Olimpo divino non è destinato a sopravvivere a lungo. La perfidia e la menzogna fanno in modo che Loki possa operare e liberare le sue terribili creature. Il Valhalla diventa un accampamento militare. Vi sono numerose battaglie che producono l’effetto di sterminare tutti gli dei. Sopravvivono solo Baldr, che risorgerà dalla cattiverie di Loki, Vali, Vidar e Hodr (tre figli di Odino). Essi riporteranno ordine nel caos e nascerà un modo di amore e bontà.
E’ evidente che la religione runica è molto personalizzata. Il popolo sente il bisogno di avere delle divinità vicine. Per questo gli dei presentano delle imperfezioni, sono mortali e fanno le stesse cose degli uomini.
Come detto prima, numerose sono le contaminazioni con altre religioni. Tyr richiama il dio indiano Dyauh e lo Zeus classico, Thor sembra molto simile ad Ercole, in Odino si identificano il dinamismo e la forza dei nordici.
Baldr richiama i concetti orientali di resurrezione e di rinnovamento. La lotta tra Asen e Vanen si riallaccia alla struttura sociale runica. Essa richiama la lotta tra la classe aristocratica, detentrice del potere, e quella contadina che ne vorrebbe di più.
Per i vichinghi e per la cultura Black il mondo era il palcoscenico della magia. Credevano di essere guidati da esseri arcani e avversati da spiriti maligni, spesso veicolati dal sangue, segno di incantesimo. Pensavano che nei capelli e nelle unghie, come in tutte le parti sporgenti del corpo, si celava una fonte inesauribile di energia. Credevano che le mani avessero un immenso potere taumaturgico. Spiriti buoni proteggevano i pascoli ed i raccolti. Numerose le presenze di elementi naturali nella religione: cavalli, lupi, draghi e leoni accompagnavano gli uomini nelle saghe e nelle leggende. La testa di tutte le navi vichinghe aveva un animale rappresentato che guidava l’equipaggio nella difficile vita sul mare.
Elfi e gnomi abitavano i boschi e regnavano nella notte, apportando sventura e paura, nonché tempeste e terremoti. Alcune donne, le Disen, proteggevano dai malanni e dalla morte e venivano venerate in pubbliche feste.
Il solstizio d’inverno e il solstizio d’estate erano le feste più seguite. In particolare il primo era visto come simbolo di rigenerazione, di vigore, di forza nel combattimento, della fecondità. Si offrivano doni agli dei, spesso sacrificali, condividendo in alcuni casi il sangue, in base ad uno stile dionisiaco; ci si ubriacava e si mangiava in abbondanza.
Potevano salire al cielo solo gli eroi e chi si era comportato secondo le leggi della società. In questo caso si credeva che il defunto, una volta morto, saliva su un cavallo sacro ed entrava nel Valhalla, dove veniva accolto dalle Valchirie.
I morti venivano inumati in camere di varia forma e di varia ricchezza, a seconda della condizione sociale del defunto. Se il defunto era un nobile, veniva accompagnato nel suo viaggio eterno dalla moglie o anche da servi volontari, che venivano uccisi in apposite cerimonie. Alcune camere avevano la forma di una nave; spesso i cadaveri venivano deposti in barche che erano bruciate. Anche le pietre tombali venivano poste a forma di nave, per richiamare il profondo legame che univa questo popolo con il mare. Ancora oggi lo spirito dei vichinghi sopravvive nelle favole raccontate ed ambientate nelle regioni nordiche. Si rivivono così le saghe e le Rune che venivano diffuse in tutto il paese.
LE RUNE
Molto importante è il ruolo svolto dalle Rune. Si tratta di morali o pensieri impiegati come monito, come guida per il popolo nordico. La tradizione ci tramanda 9 rune che recitano:
Gebo. E’ il dono degli dèi, l’offerta, il Calice. Questi Calice prevede un sacrificio che porta a miglioramento, progresso, evoluzione. Significativo che questa sia la prima Runa raccolta da Odino.
Hagalaz. Rappresenta il ghiaccio come 5° elemento della Tradizione nordica. E’ legata all’essenza del cosmo e alle radici dell’essere. E’ la dominante delle Rune Hog.
Naudhiz. Runa della Notte, della Grande Madre che genera la vita. Simboleggia anche il dio trafitto sull’Yggdrasil. Runa di grande potere magico.
Isa. La colonna di ghiaccio. L’ostacolo che si scioglie. Isa rappresenta la volontà dell’uomo, che si trasforma in sciamano. E’ colonna di luce, diamante-folgore, asta magica. Isa è il cristallo, quello stesso che veniva posto fisicamente all’interno del corpo affinchè potesse pregnarsi di tutte le conoscenze dell’Uomo di Potere, per essere poi tolto nel momento della sua morte e trapiantato nel corpo del suo successore.
Jera. Il ciclo delle stagioni, la continua evoluzione delle cose, dell’universo. E’ la luce dell’anima, la consapevolezza, l’aspetto duplice delle cose, la comprensione del ciclo universale.
Eihwaz. La morte necessaria, la continuità della vita. Morire per rinascere. Il passaggio obbligato. E’ connessa con l’albero del tasso, albero questo che veniva utilizzato per produrre potenti magie. Il suo incenso, inoltre, fortemente tossico veniva aspirato con estrema cautela dagli sciamani per produrre i Viaggi agli Inferi.
Sowulo. La folgore che scende dall’alto. L’illuminazione, il dono della Sapienza e della Consapevolezza. E’ Runa solare collegata con i chakra e con la loro apertura.
Inguz. Rappresenta la Porta verso nuovi mondi, verso nuovi spazi, nuovi dimensioni dell’essere, nelle sue tre composizioni: materia, mente-energia e spirito.
Dagaz. Coscienza cosmica. E’ il nuovo giorno che si manifesta a chiusura del cammino percorso. Indica una nuova era colma della luce della Coscienza.
Si tratta dunque di massime che contengono dei significati di guida e di esempio per la popolazione vichinga.
Un antico detto nordico dice:
"Un uomo non dovrebbe incidere le Rune se non è in grado di leggerle correttamente, perché più di un uomo è caduto su un'asta runica poco chiara. Ho visto 10 aste runiche intagliate su un osso di balena raschiato che prolungavano ulteriormente una lunga malattia".
Questa parentesi sui culti e le tradizioni Vikinghe rappresenta, dunque, lo zoccolo duro, pagano, su cui il cristianesimo costruì tutto il sistema Satanista, che divenne, col tempo, il volto oscuro della runica, solare ancestrale, tradizione mistica nordica. Allo stesso tempo rappresenta, oggi, il tronco portante in cui si innesta tutta la Black Culture e, conseguentemente, tutti i testi della Blak music. Gruppi come Bathory, Isengard, Storm, Amon amarth, Moonsorrow, hanno dato vita ad un genere vero e proprio denominato Viking metal che nella Black Kuture appare come una seria presa di coscienza del proprio passato, in veste del tutto ortodossa e purista, con testi che rievocano il clangore delle antiche battaglie, la forza della resistenza dei popoli nordici contro la estranea morale cristiana.

Tommaso Scerbo [Nero]

 


Intro:

E’ difficile ripercorrere la storia esatta di questo controverso genere, ma cercherò per quanto è possibile di riportarla sommariamente dai suoi albori nel migliore dei modi. 

BLACK Metal story Pt1: 

Gli storici del genere,hanno diviso l’avvento del Black Metal in due ondate ben distinte. La prima, risale agli inizi degli ottanta e si riferisce ai gruppi che hanno dato inizio al genere, anche sé questi gruppi non avevano sonorità Black Metal intese come sono concepite ai giorni nostri, ma d'altronde avevano tutti i requisiti per dare il via al più grande genere di nicchia. Sto parlando di gruppi come: i britannici Venom considerati da alcuni come i primi veri capostipiti del genere, divenuti famosi grazie al loro secondo album “Black Metal”(1982), colonna portante del genere e che ne coniò anche il nome:il loro sound caratterizzato da suoni speed trash metal metal farciti con testi espliciti a riferimenti di matrice satanica. Oltre a questo, i Venom crearono lo standard del tipico abbigliamento black metal [In seguito ampliato e perfezionato da Dead e Euronymous]. Altro gruppo pioniere del genere furono gli svedesi Bathory che resero gli elementi trash ancora più oscuri ed aggressivi, la band guidata da Quorthon(2/16/1966—3/6/2004 ndr)suonò un prototipo di black che diverrà fonte di ispirazione per numerose formazioni. Anche se, proprio lo stesso Quorthon disse: "non era mia intenzione dar vita ad un genere anche perchè non mi sento parte di esso" . Ma come ignorare capolavori del calibro di “Under the sign of the black mark”(1987). In realtà non ci fu un “prima Venom o un primo Bathory” ma solamente due gruppi che a loro volta crearono due fasce di black ben distinte da diverse sonorità. Non meno importanti furono I Celtic Frost,con la loro musica,alternata da sonorità lugubri a violenza sonora,come non ricordare “To mega Therion” (85’).

 BLACK Metal story Pt2: 

La seconda era  del Black Metal, avviene sul finire degli anni 80’ fino a metà anni 90’. Essa si riferisce ai gruppi black metal in senso stretto. I fautori della seconda era, presentano canoni stilistici simili tra loro ed un sound più feroce e diretto. Si assiste anche a vari sviluppi di pensieri e ideologie, spesso caratterizzati da una vena prettamente nichilista e antisociale. Le band facenti parte di questo periodo presentano una produzione, "pessima" a causa anche delle scarse risorse in sede di registrazione, riuscendo a dare così  tocco più malvagio al loro stile musicale. I Mayhem diedero l'inizio alla a questo movimento vero e proprio con l'Ep Deathcrush del 1987,il quale anche se devoto per alcuni aspetti al thrash metal, venne considerato il punto di partenza del black vero e proprio. Sotto l'influsso dei Mayhem ci sarà l'avvento del Black Metal scandinavo, prima in Norvegia (Norvegia patria del black scandinavo sconvolta nel suo passato dall’avvento della chiesa cristiana e del suo Dio, distruggendo culture millenarie e imponendo la loro cultura e religione. ndr) con altri esponenti come Satyricon, Immortal, Darkthrone, Emperor, Burzum, Gorgoroth, Enslaved e Carpathian Forest, in seguito in tutta la Scandinavia, si sviluppò questa corrente estremista anche in Svezia, ad opera di Marduk, Dissection e Dark Funeral agli inizi degli anni '90 ed in Finlandia con Beherit e Impaled Nazarene. Il black metal si espanse man mano in tutta Europa, anche se il suo fulcro rimase sempre la Norvegia. Il B M dalla semplice musica che era agli inizi si evolse in un vero life style, vestiti e atteggiamenti comuni per i sostenitori e cultori del genere ormai famosi per inneggiamenti a Satana alla misantropia al nichilismo. Ad ogni modo, certi gruppi si dichiarano satanisti per provocazione e non per idolatria, essi esprimevano una generale avversione per il cristianesimo riscoprendo l'antica religione pagana scandinava, oscurata in favore di quella cristiana imposta attorno al X secolo d.C., ove gli antichi templi pagani vennero abbattuti per favorire la costruzione di chiese cristiane. Da questo concetto prendono spunto i gruppi pagani di questa corrente e quelli viking metal(genere ispirato dai Bathory), i quali narrano le tradizioni etniche e religiose delle popolazioni scandinave. Altre formazioni fanno della misantropia il principio base della loro espressione musicale. Alcuni musicisti esprimono i loro disagi esistenziali e trattano il problema della solitudine con una visione negativa della realtà, cercando rifugio e immedesimandosi nella tipica natura scandinava. Anche se in minor parte, vi sono gruppi di chiare ispirazioni neonaziste che fanno del razzismo, della xenofobia e dell'omofobia i loro temi principali. Gruppi con questi connotati rientrano nel filone del National Socialist Black Metal (NSBM), una ramificazione non molto diffusa, tuttavia concentrata nelle zone centrali ed orientali del continente europeo (Germania, Polonia, Ucraina). Miliardi di accuse piovvero su tutta la scena black accuse di nazismo di razzismo ma la maggior parte dei gruppi incriminati ne uscirono senza molti problemi dichiarandosi si di destra ma solamente nazionalisti. Nel corso della sua storia, il black metal ha suscitato altre pesanti polemiche, non solo per i suoi contenuti ideologici ma anche per gli atteggiamenti dei suoi musicisti, sia durante i concerti che nella vita quotidiana. La coesistenza all'interno del movimento di personaggi estremisti, sia nell'apparenza che nel modo di pensare, portò inevitabilmente numerosi esponenti del genere a dedicarsi ad atti deliberatamente provocatori ed illegali, fino ad assumere le dimensioni di una criminalità organizzata(Black mafia ndr) . A causa di quanto appena scritto, spesso le stesse formazioni dei gruppi sono state costrette a modificarsi, per via delle condanne dei loro componenti, o addirittura a sospendere le proprie attività musicali. Su tutti spiccano gli incendi ai danni di numerose chiese, che ebbero un'enorme risonanza mediatica nei paesi scandinavi e atti del genere furono promossi apertamente da esponenti di spicco della scena, su tutti Varg Vikernes e Samoth, entrambi membri dell'Inner Circle, anche se Vikernes affermò che questa setta non sia mai esistita( ma si smenti varie volte). Agli inizi degli anni '90, 52 chiese cristiane vennero date alle fiamme e vennero vandalizzati numerosi cimiteri, ove furono profanate più di 15000 tombe. Tra gli edifici distrutti vi erano monumenti emblematici della Norvegia, come la stavkirke di Fantoft e la cappella di Holmenkollen, la chiesa della famiglia reale norvegese. Questi atti vandalici causarono anche la morte di un pompiere, impegnato nello spegnere l'incedio di una chiesa a Sarpsborg. Particolare attenzione dei media fu richiamata anche da fatti sanguinari. Tra i più salienti ed i più angoscianti c'è il suicidio di Dead (cantante dei Mayhem), il cui cadavere fotografato dal chitarrista e coinquilino Euronymous compare sulla copertina del bootleg Dawn of the Black Hearts dei Mayhem e l'omicidio da parte del batterista degli Emperor, Bård Eithun, di un omosessuale in un parco pubblico. L'evento più eclatante resta comunque l'uccisione di Euronymous da parte di Varg Vikernes. Il gesto, oltre a suscitare reazioni sgomente da parte dei media e dei sostenitori dei Mayhem, ha ulteriormente accresciuto la fama di Vikernes. Condannatoa 25 anni di reclusione.Nel 1993, gli allora adolescenti Hendrik Möbus, Sebastian Schauseil e Andreas Kirchner (membri degli Absurd) strozzarono con un cavo elettrico un ragazzino, reo di aver raccontato in giro le attività naziste e sataniste del gruppo. Essendo minorenni, i tre scontarono solo 4 anni di carcere.Altro evento raccapricciante venne compiuto da Jon Nödtveidt dei Dissection che, assieme al suo amico Vlad, uccise un omosessuale algerino e fu condannato a 10 anni di carcere. Lo stesso Nödtveidt si è suicidato con un colpo di pistola nel 2006, circondato da candele accese e con un grimorio satanico di fronte a lui. 

Outro: 

Il Black Metal è un nero raro diamante che troppi hanno voluto tenere in mano rendendo opaco il suo immenso antico splendore

 

CHN“Иecro”P.