THE HISTORY...OF EVIL PART I - 3 - Online
Ieri in serata vi avevo detto che avrei iniziato con “Total Death”, ma invece tutto è cambiato...
Oggi dicono che sia la festa dell'Angelo, oggi qui da me in Lombardia piove, la temperatura si è abbassata e un po' di aria ha ricominciato a percorrere l'interna giornata un po' più scura di quella di ieri, stavo per prendere l'album “Total Death”, ma guardando fuori dalla finestra e vedendo le gocce d'acqua che colorivano e parlavano con la giornata di oggi, ho deciso che era il momento per “Transilvanian Hunger”, e si proprio questo album, uscito prima di “Panzerfaust” ma dopo “Under A Funeral Moon”, ultimo lavoro per la Peaceville Records, ultimo lavoro per molti un po' annoiante e per molti come me il capolavoro targato Fenriz e Nocturno Culto.
Un album che ha provocato parecchi problemi anche in ambito “razzista” per una frase dichiarata da Fenriz “chiunque oserà giudicare quest'album sarà giudicato per il suo comportamento da ebreo” più avanti smentita o nascosta da lui stesso, comunque questa frase fù una provocazione ben fatta in quel periodo, chissà se solo in ambito propagantistico per la vendita del disco o per ciò che pensava realmente Gylve Nagell, mah nessuno la capirà realmente!
Comunque un album veramente lo-fi, un album ipnotico, ossessivo registrato con un quattro tracce a cassetta al Necrohell Studio (semplice room di Gylve), azzeccato il missaggio, azzeccato il tappeto della batteria che, per chi le la aspettava presente come in “Soulside Journey” e “A Blaze In The Northern Sky” sicuramente sarà rimasto deluso, una batteria dove si capisce poco o niente, un bel impasto (che ADORO) dove i suoni freddi del charly, ride, china e piatti si mischiano con i suoni medio-bassi del rullante, gran cassa e tom, idem il basso che si amalgama con il tappeto della batteria.
Le chitarre e la voce sono le cose fondamentali!
Due chitarre, una a destra e una a sinistra, probabilmente stesse note,a ma magari una più medio-bassa dell'altra, ma sono solo mie opinioni, comunque il suono è decisamente perfetto per questo disco, per quel periodo, per i Darkthrone.
Nessun pezzo lento, tutti abbastanza sostenuti senza però esagerare perchè le armonie di quelle note si sarebbero rovinate se le canzoni fossero state troppo veloci e forse anche troppo annoianti.
Otto canzoni, una dietro l'altra messe apposta dai due per rendere ancora più significativo il percorso di questo disco, alcune liriche in norvegese e alcune in inglese, quattro scritte da Fenriz e quattro scritte dal Conte.
La voce poi..la voce di Ted che ha completato il dipinto del male eterno, iniziando con una frase che dice:
“Transilvanian hunger cold, soul
Your hands are cruel... to haunt, to haunt”
E finendo dopo più di 39 minuti con...:
“Ihver en natt er et nytt mørke
Ihver en Vinter fryser jeg
Men dog Aldri skal jeg grate
For Stolt red jeg jo dengang
Ut av den dype skogen”
Continuate a capire voi stessi ascoltando i minuti che ci sono tra la prima frase e l'ultima frase dell'album “Transilvanian Hunger”